QUARESIMA - L' adorazione della S. Croce

Un ruolo fondamentale nella cura e nella diffusione del culto della Passione di Cristo hanno avuto e continuano ad avere ancora oggi le confraternite rubastine.
Un significativo elemento di differenziazione consente, tuttavia, di caratterizzare in modo specifico l’esperienza ruvese nell’ambito di un contesto più ampio che accomuna quasi tutti i sodalizi pugliesi. Come ha giustamente affermato il Di Palo* (F. Di Palo - “Stabat Mater Dolorosa” - pag. 249) “a Ruvo la Settimana Santa, con i solenni cortei processionali, rappresenta il momento conclusivo di una partecipata cerimonialità che ha visto protagonisti gli aderenti ai sodalizi laicali sin dal mercoledì delle ceneri …”. ...“momenti centrali di spiritualità e aggregazione nella Quaresima sono costituiti dalle funzioni dell’adorazione della Croce che hanno luogo a turno nelle chiese confraternali”.
È interessante notare come proprio la perpetuazione di tale Pio Esercizio, rappresenti uno dei più saldi anelli di congiunzione che legano la vita attuale dei quattro sodalizi cittadini, con le pratiche ascetiche e penitenziali introdotte dagli statuti del XVII e XVIII secolo. Un’ attenta analisi comparata delle Regole dei quattro sodalizi, potrà risultare estremamente utile per comprendere la comune origine di questo Pio Esercizio.
La spinta controriformistica dei padri conciliari, aveva certamente impresso un’impronta ben precisa all’azione evangelizzatrice di tutti quegli ordini religiosi (Gesuiti, Lazzaristi, Redentoristi) impegnati nella cosiddetta “riconquista delle Indie di quaggiù”, cioè di quelle aree più emarginate del meridione d’Italia. Una vasta ondata di missioni popolari si diffuse nel nostro meridione, nell’intento di recuperare all’ortodossia cattolica tutti quegli strati della società, che a causa di un perdurante analfabetismo, erano ancora legati a pratiche magiche e sincretismi.
Nell’ambito delle tecniche missionarie, o meglio nel più ampio contesto “strategico” teorizzato ed utilizzato dai padri missionari, particolare importanza assunse la necessità di inculcare il terrore per il peccato e l’imprescindibile opera salvifica del pentimento che doveva necessariamente passare attraverso manifestazioni di automortificazione. Le congregazioni di fondazione gesuitica risentirono fortemente di questa impronta, soprattutto nelle regole ispirate all’Economia, cioè al prototipo della Compagnia di Gesù; infatti gli statuti confraternali prescrivevano per tutti i sodali la partecipazione ad alcuni riti penitenziali da tenersi in giorni ben precisi della settimana, durante il periodo quaresimale. 

IL CERIMONIALE D’INGRESSO
A Ruvo di Puglia, nel corso della Quaresima, le confraternite ancora oggi si riuniscono comunitariamente per le adorazioni della Croce, che hanno luogo nelle quattro chiese confraternali, secondo una precisa ed invariabile turnazione che affonda le sue origini proprio nelle regole seicentesche e settecentesche dei quattro sodalizi; essa rispecchia fedelmente i giorni in cui ciascuna confraternita, nel rispetto del proprio statuto, era solita riunirsi per i cosiddetti “esercizi spirituali”; ogni mercoledì il pio esercizio si svolge nella chiesa del Carmine così come previsto dallo statuto seicentesco dell’Arciconfraternita, per la medesima ragione, ogni martedì il rito si svolge nella chiesa del Purgatorio, mentre i quattro venerdì sono equamente suddivisi e con perfetta alternanza, tra la Confraternita di San Rocco e quella della Purificazione-Addolorata.
Non ci è dato sapere con certezza, in assenza di documentazione scritta, da quando le confraternite abbiano iniziato a riunirsi comunitariamente; i riferimenti indiretti più risalenti, sono quelli ritrovati  in alcuni verbali di assemblea della Confraternita della Purificazione-Addolorata (nel verbale del 16 marzo 1890 si parla di un episodio avvenuto il martedì precedente, nella chiesa del Purgatorio, durante l’adorazione della croce; altro episodio nel verbale di assemblea del 26 febbraio 1899).
Quello che qui interessa sottolineare sono: l’ingresso in chiesa delle confraternite e la posizione occupata da queste ultime nel tempio.

La confraternita ospitante, secondo una precisa consuetudine, deve attendere già in chiesa l’arrivo degli altri sodalizi. All’esterno, nel frattempo, gli amministratori delle altre confraternite attendono l’arrivo dei propri iscritti.
Dopo aver radunato un cospicuo numero di confratelli, il priore della confraternita più antica tra quelle presenti sul sagrato, si avvicina alla porta d’ingresso della chiesa e il decurione-cerimoniere della confraternita “ospitante”, munito di acquasantiera ed aspersorio, richiama con un particolare sibilo l’attenzione del priore di “casa”, il quale immediatamente farà tintinnare un campanello appositamente posizionato sul suo banco. Al suono del campanello, tutti i confratelli presenti in chiesa si levano in piedi e contemporaneamente il priore e gli altri sodali della confraternita entrante, dopo essersi segnati con un segno di croce attingendo all’ acquasantiera di cui innanzi, prendono posto nel tempio; soltanto in questo momento il priore ospitante farà tintinnare nuovamente il campanello per indicare che tutti possono sedersi.
Il medesimo cerimoniale, si ripete pedissequamente anche per le altre due confraternite che, dopo aver atteso il proprio turno, faranno ingresso in chiesa. Solamente quando tutti e quattro i sodalizi saranno presenti in chiesa, il priore della confraternita ospitante farà tintinnare nuovamente il campanello per segnalare l’ingresso del celebrante sull’altare.
Ma quale posizione hanno occupato le confraternite, nel frattempo, in chiesa?

Anche qui nulla è lasciato alla casualità o all’improvvisazione. Infatti ogni confraternita occuperà in chiesa una ben prestabilita posizione, strettamente connessa a due fattori: anzianità di fondazione e prestigio da un lato, doveri di ospitalità dall’altro.
Innanzitutto immaginiamo di suddividere i banchi presenti nella navata centrale in quattro settori di medesime dimensioni (vedi fig. A). Il numero di banchi che compone ogni settore varierà in base alle dimensioni del tempio. Passiamo successivamente a numerare i vari settori secondo un vero e proprio ordine gerarchico (vedi fig. A); le posizioni di maggior prestigio sono certamente quelle dei due settori di destra (guardando l’altare maggiore), seguono nell’ordine i due settori sulla sinistra. Ad un attento osservatore esterno non sfuggirà affatto di notare la confraternita ospitante posizionata sempre nel settore numero 4, quasi che per un nobilissimo gesto di ospitalità sia costretta a cedere le posizioni di maggior “prestigio” alle altre confraternite, relegandosi per così dire in quella “più scomoda”.

Fig. A
Allo stesso modo non sarà difficile accorgersi che il posto, potremmo definirlo d’onore, è quello del settore numero 1, esso infatti sarà sempre occupato dalla confraternita più antica o meglio più prestigiosa, nel caso specifico l’Arciconfraternita del Carmine, che lo cederà a quella del Purgatorio, allorchè per dovere di ospitalità sarà costretta ad occupare il settore numero 4, in quanto il rito si svolge nella chiesa del Carmine. Nel rispetto dell’ordine di anzianità e prestigio, il settore numero 2 sarà sempre occupato dalla Confraternita del Purgatorio (1678) tranne in due casi: in primo luogo quando il rito si svolge nella propria chiesa confraternale (posizione numero 4) e allorchè, svolgendosi l’ adorazione della croce nella chiesa del Carmine, andrà ad occupare il settore numero 1 lasciato libero da quest’ultima in quanto confraternita ospitante.
Seguono poi nel tradizionale ordine di precedenza la Confraternita di San Rocco e quella della Purificazione-Addolorata; esse non potranno mai occupare il settore numero 1 e per quest’ultima saranno preclusi sempre i settori 1 e 2 , mentre per la Confraternita di San Rocco vi sarà la possibilità di occupare il settore numero 2, ma soltanto quando il settore verrà, nei due casi precedenti, lasciato libero dalla Confraternita del Purgatorio.
Per il sodalizio della Purificazione-Addolorata, essendo quello di più recente fondazione (1777), non vi sarà alcuna possibilità di occupare i settori di destra, ma la troveremo sempre sulla sinistra nel terzo settore oppure nel quarto per dovere di ospitalità.

RITUALITA’ E GESTUALITA’
Le modalità di svolgimento del rito hanno subito talune sostanziali modifiche nel corso dei secoli.
Innanzitutto sono scomparse da tempo le auto mortificazioni corporali che accompagnavano il bacio del Crocifisso nel XVII e XVIII secolo; inoltre la partecipazione è stata estesa anche alle consorelle e ai semplici fedeli (un tempo fermamente preclusa). I più anziani ricordano ancora la figura “burbera” del decurione-portinaio che regolava l’ingresso in chiesa, consentendolo solo agli uomini iscritti ai sodalizi.
Fino al Concilio Vaticano II il bacio del Crocifisso era preceduto dalla meditazione sui dolori di Cristo e della Madonna, dalla recita dell’Ufficio delle Tenebre o dalla Coronella delle 5 piaghe di Cristo; oggi invece, il più delle volte, il rito è preceduto dalla celebrazione eucaristica al termine della quale i decurioni della confraternita ospitante posizionano il Crocifisso su un piedistallo ai piedi dell’altare maggiore e il celebrante compirà per primo la venerazione della croce.

Successivamente il priore della confraternita “ospitante” farà tintinnare nuovamente il campanello posto sul suo banco, per indicare che tutti possono sedersi e aspettare il proprio turno. Successivamente il decurione-cerimoniere della confraternita ospitante provvederà ad invitare la confraternita posizionata nel settore numero 1 (vedi fig. A) a procedere alla venerazione del Crocifisso; il medesimo cerimoniale sarà seguito anche per le altre tre confraternite che procederanno al bacio del Crocifisso solo dopo aver ricevuto l’invito dal decurione-cerimoniere.
Ogni confraternita, dunque, venererà il Crocifisso rispettando il proprio turno; inoltre i confratelli e le consorelle, preceduti sempre dal priore con i due assistenti, procederanno lungo il corridoio al centro della navata a coppie e mai in fila serrata ed ogni coppia effettuerà tre soste lungo la navata prima di giungere dinanzi al crocifisso e solo a questo punto, dopo aver fatto un segno di reverenza , chinando il capo, procederanno al bacio del Crocifisso, anche in questo caso rispettando un preciso ordine: prima il confratello o consorella sulla destra e poi il confratello o consorella sulla sinistra.
Fino al 1987 le tre soste lungo la navata centrale venivano effettuate in ginocchio (retaggio di quelle pratiche di auto mortificazione corporale di cui parlavo all’inizio) ed anche il Crocifisso era adagiato  disteso per terra su un tappeto e cuscini posti ai piedi dell’altare maggiore e non posizionato sul piedistallo, e quindi anche il bacio doveva essere effettuato stando in ginocchio.
Solo al termine di questa articolata e curata cerimonialità, il Padre spirituale celebrante procederà alla benedizione finale utilizzando il medesimo Crocifisso e soltanto in quel momento tutti i confratelli e consorelle partecipanti potranno uscire dal tempio, mentre il priore ospitante con i due assistenti dovrà prima salutare con un gesto di fraterna cortesia i priori e gli assistenti degli altri tre sodalizi

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- Testo a cura di Michele Montaruli.
- Le foto, a cura di Sebastiano Ursi, si riferiscono alla Adorazione della Croce tenutasi presso la Chiesa di S. Domenico il 16 marzo 2007 e sono gentilmente concesse dalla Confraternita della Purificazione Addolorata.
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